venerdì 31 agosto 2012

Magnetofono viaggiante/23

31 agosto
Stazione di Bergamo, h. 17
Orio al Serio, Imbarco 12, BG-AHO

Sapevo che era lei dal primo sguardo. Anzi, dal primo urlo sul piazzale della stazione affollato di stranieri: "Scusate, sapete se passa qui l'autobus per l'aeroporto?". Senegalesi, russi, tedeschi e peruviani non rispondono, e lei decide di andare all'enorme transenna dei lavori in corso, saltare oltre il metro e cinquanta di recinzione metallica e gridare all'operaio (di spalle) con martello pneumatico la stessa domanda. Nessuna risposta. Torna all'ex fermata, quella dove hanno sradicato il cartello con l'indicazione delle fermate e inizia a girare attorno al palo, sperando di far materializzare una indicazione nel riquadro ormai bianco.

Un po' per il rischio di crisi isterica, un po' per la noia dell'attesa e pochissimo per spirito umanitario, vado a offrirle solidarietà da viaggiatrice. Subito, mentre emigriamo sotto la pioggia battente in c'era del bus, scopro che:
- è una prof di lingue in pensione;
- l'Italia fa schifo e i lavori in corso lo dimostrano (cosa penserebbero i solerti operai bergamaschi, well-known nel mondo ante-egiziani per rapidità e stacanovismo?);
- che i politici sono tutti uguali, e non resta che votare Grillo perché almeno è un comico che ha smesso di far ridere e non un serio che fa ridere suo malgrado;
- che prova pena per me che amo il mio Paese, e mi dice che dovrebbero inventare cliniche per disintossicare giovani come me (sic);
- che si trasferirà presto nella sua villa in Costa Brava, ma prima deve vendere le suE proprietà in Italia, e vuole venderle bene;
- che è assurdo dare una liquidazione di 26 milioni di euro, che è un furto legalizzato.

Detto questo, sale indignata sul bus e non oblitera. La coerenza mi fa schifo forse?! All'aeroporto mi lascia la sua email, chiedendomi di scriverle, che mi invita in Costa Brava e mi ospita più che volentieri. Allude (modesta!) al suo trasferimento definitivo come all'ennesima fuga di cervelli.
Sarò stupida e da disintossicare di idealismo, ma io in Costa Brava non ci andrò, non manderò nessuna email. Perché io sono una che oblitera ancora il biglietto.

{ringrazio la sorte che mi sta graziando il volo da sovrumani ritardi e interminate rotture. A meno che... Se fosse stata quella la mia siepe?}

Tempo d'imbarcarsi.

domenica 26 agosto 2012

Magnetofono cittadino/22

Dal Nelsen piatti sbirciare coordinate di fuga
(Sant'Angelo Lodigiano, Iper-Famila, domenica mattina, h. 11)

Al supermercato, la domenica mattina, non si va a fare la spesa. Ben inteso: i carrelli si riempiono a colma perché fa allegria (in questo periodo di crisi non si riempiono di Moët  ma di carta igienica, tanto si fugge ugualmente l'horror vacui del medio consumista). I carrelli si riempiono, ma si va soprattutto a cercare la conversazione, che ci siano conoscenti o no. l supermercato ha oggi quella funzione d'aggregazione e di sfilata (e di gossip?) che aveva un tempo la chiesa di paese. Anche gli odiatissimi compaesani lì meritano un sorriso e un "cosa cucini di buono oggi?", perché tanto, spariti dal settore surgelati e passati agli affettati, si possono subito lasciare commentini acidi del tipo: "Cucina topi morti, non senti che odore da casa sua, a passare di là? E quel suo povero figlio Giorgio, sfido io che va male a scuola!". Sono i momenti in cui le mogli sussurrano di più all'orecchio dei mariti, e dubito  che siano promesse sconce per il post-arrosto domenicale.

Ma il vero problema, è che per qualcuno la domenica mattina è l'unico giorno settimanale per fare la spesa, e se ne frega della permanente della sciura balénga, sia della borsettina firmata da esporre almeno una volta per suscitare l'invidia di tutte le tardone presenti che litigheranno presto coi mariti, ma litigheranno per sussurri all'orecchio, trasformando così i settori del supermercato in un continuo sussurro misto-occhiate al veleno da spionaggio nostrano.

E allora, come sopravvivere ai perdigiorno, ai parlottatori da bar ormai trasmigrati (perché in fondo, con la crisi, con 3,29 € di Lavazza quanti caffè fai? E poi hai anche un po' di aria condizionata gratis, ché al bar non sempre c'è...), alle mannequin mancate sulle loro passerelle di tappetini del bagno in offerta? Risposta comprovata da anni di tentativi: non si sopravvive. Non resta che fare la coda e aprire bene le orecchie...

In coda alla cassa
Sogni di fuga, a pochi km
Marito e moglie borghesucci incontrano una conoscente dall'aria sfatta, in pantaloni a tre quarti stirati probabilmente lo scorso inverno:
Moglie di Marito&Moglie: "Oh, sapessi, Annabella [!], ci siamo presi uno spavento... Lui sentiva male a quest'occhio, no?, e alla fine era una congiuntivite, allora l'ho portato al pronto soccorso, e ci hanno fatto aspettare tipo tre ore, perché lui non era un codice rosso... Ma dovevi vedere che colore aveva l'occhio, era rosso, rosso eccome...".
NonStirata: "Forse c'erano casi più gravi, sapete, gli incidenti...".
Moglie: "E insomma, ce l'hanno operato. Povero marito mio, operato. Ormai sono passate due settimane, e hanno fatto un bel lavoro, eh? Non ha neanche avuto bisogno della fischioterapia".
(casi così fanno pensare che la sanità dovrebbe smettere di essere pubblica).

Dal tabaccaio:
Io: "Vorrei una ricarica Vodafone da 15€...".
Tabaccaio: "Ma no, prendila da 5, e il moroso ti chiama lui. Bisogna farsi desiderare dagli uomini!".
Io, fingendo di non sentire: "Va bene da 15, grazie".
Tabaccaio, chiamando la sua tardonissima madre: "Mà, vero o no che è non bisogna chiamare troppo gli uomini?".
La madre, ottant'anni per ottanta chili: "Un menga... Con le mezze seghe di oggi, se non li chiami tu per dargliela, non ti rispondono neanche se gli fai te la ricarica".
Saggezza popolare.
(E comunque ho comprato la ricarica da 15 €...)

Sollievo finale. Ogni curva porta a una svolta.




sabato 18 agosto 2012

Magnetofono viaggiante/21

Da qualche parte, sul FrecciaBianca da #Desenzano a #MiCentrale
(Treno FrecciaBianca Desenzano-MiCentrale: h. 14.22
Treno IC MiCentrale-Pavia: h. 16.05)

Da un pallosissimo viaggio in Frecciabianca di un'oretta, senza grandi colpi di scena: 
  • uno sfattone overaged con una magliettina rosa (aderente sulle prove di troppa Vallelata mangiata a rallentatore) racconta del suo Ferragosto passato a Desenzano al Coco Beach con "tipe troppo intrippose" [sic], che "oh, vedere come mi squadravano di brutto... ma io non gliel'ho dato, perché il treno oggi era presto!". Nota a piè di pagina: 1) il treno è alle 14.22; 2) per una notte di sesso gratis con "tipe intrippose" (e nota il plurale), caro magliettina rosa, si può anche fare un after; 3) soprattutto: ma quando ti ricapita?! 
  • Il deserto dei binari non corrisponde
    al casino di #MiCentrale
  • due sciure moderne discutono di griglia e di mariti a Ferragosto: "Gino va a prendere da bruciare un po' di carta per fare attaccare il fuoco". "Ma la puzza? Il mio Ermanno ce la fa senza". "Mah, no, dipende da che tipo di carta bruci! Una volta mia suocera voleva buttare la pellicola del pollo, figurati tu! Adesso il Gino usa la carta giusta, quella delle riviste. Dice che brucia i vestiti di Glemùùùr [sic] e del Vanity, perché è contro la moda". Un momento di pausa e l'altra: "Ma non lascia giù la stampa? Sai, la carta patinata...". "Macché, tutta salute! Una volta le patate al cartoccio avevano le macchie leopardate di D&G".
Sul secondo treno, raggiunto di corsa da un binario a un altro lontanissimo, facendomi spazio tra centinaia di viaggiatori in transito, raggiungo il desertissimo intercity per Pavia. Anzi, per Livorno Centrale: e la tentazione è tanta, visti i miei viaggi liguro-toscani degli ultimi mesi. Dopo aver controllato per acribia (non so neanch'io che vuol dire, ma suonava strano e abbastanza ballista) gli orari di arrivo a tutte le stazioni intermedie, scopro che il mio ottavo vagone non esiste, né il nono. Dunque, ritornare indietro alla 4 o alla 2; siccome siamo tutti italiani, dopo aver percorso 10km in cerca del vagone 8 o 9, quasi fuori dalla cupola di MiCentrale, ripieghiamo sulla 4, anche perché la 2 è un miraggio che ci porterebbe a spendere altri 2€ per una bottiglietta di Gatorade alla macchinetta, più un numero x di calorie per una Fiesta, che speri ti faccia smettere di non-vederci-più-dalla-fame (di condizionatore). La sottoscritta prova a fare la furbata: quanti riempiranno la carrozza 6? Dai, pochi-pochissimi il 16 agosto, e poi devo scendere alla prima fermata, che sarà mai? Come previsto, vagone deserto. Ma come non previsto, una viaggiatrice approda allo stesso vagone deserto, e si ferma proprio davanti a me, al mio ipod sdraiato comodamente e sottocarica, al mio zainetto appollaiato sulla cappelliera, alla mia borsa sdraiata sul sedile affianco col mio giubbotto di jeans. 
Egocentrismi storti
"Scusa, ma avrei questo posto". La guardo, tra l'incredulo e il sospeso, in attesa che commenti qualcosa come ma mi siedo qui di fronte, non cambia niente. Nulla. Silenzio d'attesa che mi levi dalle sacrosante. Butto lì un "hanno staccato due vagoni, siamo tutti costretti a ridistribuirci, sa com'è...". Ma dal modo in cui abbassa gli occhiali da sole sul naso e dallo sguardo strabico, capisco che la natura ha già fatto abbastanza per incattivirla e non voglio certo che sperimenti su di me lo sfogo delle sue insoddisfazioni. Raccatto tutto in dieci secondi e filo alla 4. 

UNICO VAGONE SENZA ARIA CONDIZIONATA
Qui, scelgo (fortunatamente?) di sedere di fronte a una coppia anzianotta. Lei si sventaglia furiosamente con il biglietto del treno, lui usa il suo biglietto per canalizzare l'aria (finta) in uscita dalla griglia verso la moglie, e sfodera di tanto in tanto un dolcissimo sorriso bucato (due denti in alto su sedici o simili). E in pieno accento livornese, senza chiedere iniziano a giustificarsi:
"Sai, noi si viene da una vacanza a Nord, e questo caldo qui non lo sapevamo...".
"Diglielo, Dario, non una vacanza a Nord, ma a CAPO Nord, maremma a te! Quando dici a nord sembra che sia in Val d'Aosta... Signorina, con quel che abbiamo pagato, vale bene dirlo, no? Dieci anni per andare a Capo Nord". 
"Sai quante creste sulla spesa?".
"E un freddo... Da avere la giacca a vento, e anche il cappuccio, ma il cappuccio su... E adesso Milano, 'sto caldo qui e si sta a fa' 'na sauna...". 

C'è sempre chi è messo peggio. Basta ricordarlo. E a me, per dirla tutta, un po' spiaceva scendere....


venerdì 17 agosto 2012

Magnetofono viaggiante/20

Il Porto di Salò al primo tramonto. Barche che non avrò mai.

(Ferragosto 2012, Salò - BS)

Piazza di Salò, Concerto di Ferragosto. Il pubblico è così variegato e poco music-oriented da apprezzare appieno il mix furbastro dell'orchestra: Rocky, riarrangiato con la ripetizione in un gigionissimo loop del ritornello arcinoto, fa a pugni con Benny Goodman memories, un pezzo nuovissimo come Pilatus sta vicino alla Leichte Kavallerie. Mentre una percussionista iper-bresciana cerca (invano) di lottare contro il ritmo travolgente di un travolgente samba, nel pubblico ...

  • qualcuno non ce la fa più, scavalca le diecimilapersone compresse tra file di seggioline disposte con decrescente spazio vitale per le ginocchia o fa alzare intere cordate familiari (bis-nonni compresi) per raggiungere la fantastica Casa del dolce, gelateria notissima che attira gli abitudinari e, dai richiami subliminali dei coni in uscita, attrae i novellini; ne escono palle gelate e colanti che sfidano la legge di gravità, su parigine croccantissime, che col crick-crock rinvigoriscono la veste ritmica del brano;
  • la vecchietta dietro di me intona Va' pensiero, supportando le tre corali, riunite per l'evento da un pazzo direttore (ma non sa che rimescolare le voci di paesi vicini è come proporre una cena di beneficenza a palestinesi e israeliti?). Il testo della cover ultra-settantenne suona più o meno così: "va' pensiero sull'albe dorate, qui si posa e non vola la rosa..." fino all'insuperabile richiamo, di chiaro stampo padano: "al padrooooon!" (cit.).
  • una bambina odiosa, sette anni di prepotente preparazione musicale, scuote la testa a ogni attacco e fulmina la madre che, strozzata da un lembo di uno dei fazzolettini gelatofori, tossicchia educatamente per sopravvivere almeno fino alla maturità della suddetta critichina musicale (mamma, proprio sicura che ti convenga?). Scontenta per il fastidioso cof-cof materno, la piccola assesta gomitate a destra e a manca, con particolare gusto per le ginocchia faticosamente accavallate nel vano vitale tra due sedie (leggasi: ginocchia della sottoscritta);
  • una coppia di chiari amanti della musica, in coda per La casa del dolce, incontra una conoscente, lì seduta da tre ore prima del concerto, per accaparrarsi un posticino con una buona acustica. Scoprendo che tra i musicisti c'è anche un amico comune, la coppia s'interessa, quasi all'unisono (irrompendo su un pianissimo dell'orchestra): "Ma lì su quelle sedie quanto si dorme bene da 1 a 10?";
  • un appena post-neonato verifica tutto l'alfabeto (noto e non) sulla spalla del padre, che prova a zittirlo e nella pausa tra un applauso e l'attacco del nuovo pezzo commenta: "Corpu d'un canaja" (chiaro vezzeggiativo padano che ben si sposa con le migliori tecniche educative) e abbandona la piazza inciampando nell'unico marciapiede;
La piazza del concerto #Salò

Ma anche i residenti che hanno finestre aggettanti sulla piazza sono chiaramente molto felici di condividere il concerto ferragostano dal comodo divano di casa:
  • uno, sul fondo della piazza, si affaccia a guardare che sta accadendo: torso nudo, comodi gomiti sul davanzale, e cellulare in cui sputare sentenze che, per un gioco di echi, rendono cantato - rappato - un pezzo di Tchaikovsky. E non capisce che tutte le teste alzate in sua direzione non stanno rimirando i suoi pettorali... 
  • da una finestra che si affaccia sulle ultime file e sui tanti coraggiosi ascoltatori in piedi, un bontempone decide di non privare i presenti del tradizionale gavettone di Ferragosto. A spruzzate regolari, complice il buio assoluto della sua casa e un poderoso vaso di gerani sul balcone, asperge la folla di un liquido non identificato. Segue sdegno e un vociferare da gossip, sottovoce, indignato e divertito. Forse il benedicite contava di guadagnarsi un TT (= Trending Topic) su Twitter?!
Quando, dopo un numero imprecisato di Bis-Tris-Quatris..., l'orchestra e i cori riuniti abbandonano l'affezionatissimo palco, si raccolgono senza dubbio commenti entusiastici tra la folla in più o meno regolare deflusso:
  • "Certo che quel pezzo là, quello di Rambo, secondo me era il più forte" (era Rocky);
  • "Mi sa che ho mangiato troppo gelato... No, non passiamo a bere qualcosa, andiamo dritti al cesso";
  • "Se chiamavano i Pooh, a me mi piaceva di più; a Gigi D'Alessio, qui in Padania, invece gli sparavano di sicuro";
  • "Folkloristico" (significativo quando i pezzi vanno da Bernstein a Bonfa...);
  • "Mmmm... A Milano lo sentivo senza dubbio meglio. Incivili, questi". Risposta pratica del santo marito: "Sì, ma l'ultima volta a Milano hai speso 120 €, qui è gratis";
  • Ottica di Monti applicata alla musica: "Non ho capito una cosa: ma chi paga tutti quelli lì? Secondo me un paio coi corni (!) si potevano anche licenziare".
Un po' la signora milanese aveva ragione: all'Auditorium avremmo trovato acustica, exploit, selezione di brani e comodità migliori. Ma dove avrei raccolto materiali così magnetoFILI?

#Lugana, the day after, a dimostrazione che i gavettoni di imprecisate
sostanze liquide temprano lo spirito e il carattere. Si sopravvive
per una super brioche-cappuccino alle 8.

giovedì 16 agosto 2012

Magnetofono viaggiante/19

(Treno Pavia-Milano Centrale-Desenzano)

14 agosto 2012

Desenzano si annuncia dal treno

Sul treno da Milano Centrale. Viaggiatori disimpegnati:

  • valigia lanciata a inizio vagone con annesso giubbino incastrato per terra tra tre trolley (e va bene il similpelle schifoso, ma che dire delle colonie microbatteriche acquisite da portarsi in vacanza?); 
  • viaggiatore camiciarosso con evidente iperattività percorre e ripercorre gli stessi 3m di carrozza (memento: spiegargli che il famoso solco scavato da Zio Paperone era una finzione); 
  • due ragazzotti provenienti dal vagone ristorante con il loro toast dal retrogusto cartaceo avvistano in avvicinamento un sovraccarico passeggero con valigia, zaino e colonnina di ventilatore e annessa scatola di cartone tipo arma impropria: chi pensate che si sia spostato?; 
  • signora della Milano bene, madre di famiglia, tiene la figlia al di là del corridoio mentre legge Cinquanta sfumature, di tanto in tanto sospira e si interrompe commentando: "Meglio che mi prenda una pausa...". Potere riprovato del MommyPorn o rimorsi dell'acquisto? L'espressione immutabile del viso inceronato non aiuta.


L'aitante madre di famiglia (reading #50Shades)

lunedì 13 agosto 2012

Magnetofono viaggiante/18


12 agosto 2012



(Viaggio Alghero - Pisa: Ryanair; Pisa - Pavia; Trenitalia, IC 670)

Il fondoschiena del mio vettore più frequentato

Aeroporto di Fertilia. Arriva il volo Ryanair da Pisa; dopo aver sbarcato gli scombussolati viaggiatori (partiti alle 6.30 dal Galileo Galilei), pilota e co-pilota scivolano fuori dai finestrini, forse dopo aver visto troppe puntate di Hazzard o per mostrare il fascino della divisa non solo a mezzobusto, scivolano fuori dai finestrini laterali e, in equilibrio sulle sacre protuberanze inferiori, iniziano a staccare fogli di Scottex, su cui sputano gentil salivetta e fregano con solerzia i finestrini anteriori. Risparmio di personale, senza dubbio, in tempi di crisi...
Una volta imbarcati, così ci saluta il capitano: "Signore e signori (prima le donne, eh?), buongiorno! Benvenuti sul nostro volo Ryanair. A quanto sembra, ci sono tutti i passeggeri e possiamo anche partire, cosa ne dite?". Era un italiano, inutile specificarlo.

Di Pinocchi, si sa, c'è pieno il mondo...

Gironzolando per Pisa, nelle due ore di attesa del primo treno per Pavia: vù cumprà che cerca di vendermi occhiali da sole tamarri a 5 € e poi propone di scambiarli coi miei Lagerfeld originali-pezzo-unico-vintage; bambino inglese che, avvicinatosi al mega-modellino di Pinocchio e non conoscendo la storia, cerca di segare via la punta del naso con la chiave del B&B; incontro-scontro tra due giapponesi che volevano fare la solita foto reggendo la Torre di Pisa e, avanza tu che vado indietro io, hanno sperimentato il vecchio culo-a-culo, cui segue cortesissima risatina nipponica con scuse che fanno della loro lingua agglutinante qualcosa di troppo agglutinato e quindi inascoltabile; un vecchietto entra alle h. 10 all'Anatolia Kebab chiedendo un gelato (quando la gelateria Umpa Lumpa è a due metri di distanza esatta, ma certo i nomi non aiutano).

MyChef di Pisa mi ha fornito una cotoletta transgenica in pane gommoso
On train. Dopo mezzo viaggio sola, con annessa foto autoscatto in centocinquanta pose diverse fino al completo (forse vano, effimero, irrisorio?) soddisfacimento dell'ego e del super-ego insieme, sale una coppia di donne inglesi. La vecchia e la EL James del UK sfoderano un vassoio imbarazzante colmo di tutti i dolci toscani che si possono trovare a Pisa, tre o quattro esemplari per tipo. Ridendo a chi sbriciola di più (forse tipico humour inglese?), si passano l'una con l'altra pezzi sbocconcellati di buccellato, e l'unico commento che avverto è: "There's no butter, we can exagerate!". Convinte loro...
Who's real?
Sale poi un inquietante uomo vogherese, un Raspelli dimagrito (e dunque incattivito), che occupa buona parte dello spazio davanti alla porta dello scompartimento, con un'inquietante borsa da viaggio o ventiq..., no quarantottore sulle poderose ginocchia tonde; inizia a estrarre con una meticolosità da serial killer libri e atlanti geografici, un evidenziatore per libro e una matita acuminata. Poi fissa noi tre donne con espressione malefica, la punta di grafite rivolta verso di noi; ma rinuncia all'istinto e parte con sottolineatura furiosa, che non gli fa neanche notare che:

a) a Genova sale una giovanissima cinesina dall'aria simpatica ma tonta, che ignora totalmente l'italiano, l'inglese, il francese e ogni lingua diffusa, e solo i gesti la avvertono di desistere dall'impresa donchisciottesca di caricare dal (basso del) suo metro e cinquanta ai 2 metri del supporto la valigia-coffin da 50kg;

b) in corridoio l'addetta delle FS s'incastra rumorosamente con il carrello delle cibarie (?) tra la maniglia della porta e la suddetta valigia;

c) due ragazzi poco pratici di treno aprono il nostro scompartimento, insultano chi ha - avrebbe - rubato il posto, salvo poi accorgersi di essere in un altro vagone e... di un altro treno!

d) arriva un simpatico prete svizzero che, accanto al burbero geografilo, ipotizza per la terza volta le leggi di contaminazione tra il mio accento pavese e il romanesco, investigando per trenta minuti sulla mia presunta permanenza prolungata a Roma, che non può certo essere stata di una sola settimana, oppure ok, deve essere per forza così, sono molto portata per le lingue...

Arrivo a Pavia. Finalmente scendo, liberata dal Raspelli corso giù all'ultimo a Voghera (dopo aver maniacalmente riposto ogni evidenziatore a segnare la pagina di ogni libro; e ogni libro in una diversa tasca della quarantottore); saluto cordialmente con un "goodbye" le inglesi e con un cenno della mano la cinese. Il prete svizzero mi congeda così: "Che il Signore ti benedica". Non so che rispondere, butto lì un "Benedica pure Lei", ricordando solo dopo che in pavese il vecchio "va' a fàt benedì" non è esattamente un augurio. Ma conto sulla mancata globalizzazione dei micro-viaggiatori, e finalmente a casa.

Questione di prospettive. Sempre e comunque.

sabato 11 agosto 2012

Magnetofono spiaggiato/17

Famigliola sarda con bellissimi bambini al seguito arriva dopo 2,5 km di passeggiata tra le dune. Davanti, papà con il simbolo del potere: la borsa frigo GiòStyle delle dimensioni di un bagaglio Ryanair, con tanto di rotelle e manetta da trolley (utilissimo per sfidare l'attrito delle dune) e l'ombrellone super pieghevole, reclinabile, inclinabile, resistente a vento testate bambini che spallettano lì a due passi. Dietro, i bambini con le loro borse dei giochi. Appena dietro la mamma, con borsa di asciugamani e tutti i possibili cambi del giorno (sono usciti: costumi, mutande di cotone per bimbi e un po' meno bimbi, accappatoi, prendisole da mattina, da mezzogiorno e da pomeriggio ventoso, più un angosciante sciarpa di lanetta che è stata meglio impiegata ad allontanare (leggasi accoppare) le famigliole di vespe ficcanaso. Sistemato l'accampamento, parte lo spargimento coatto di crema, sui toracetti dei bimbi che, come tutti i bimbi, sparano in avanti delle panciotte inventate per l'occasione da far testimonial per pesoforma. La bimba protesta per la crema (azzurra) in faccia : "Ma mamma, se il sole vede questa faccia qui, ci gira al largo".
La mamma, mentre massaggia la faccina senza ascoltare, chiama l'attenzione dell'altro: "Antonio, hai visto la bassa marea?". Non trova do risposta, ripete. Antonio: "Ah, ma', già lo so! È da dietro le dune che lo ripeti. Ma che sarà mai? Manca solo l'acqua per nuotare". Babbo intanto semina tutti per potersi fare un tuffo, ma dura poco, giusto i 5 minuti di spargimento intensivo crema; poi è chiamato all'ordine. Dalle 12 alle 17 i bambini sono suoi, senza pause. La mamma fa sudoku. Forse la mamma ha fatto gli straordinari del venerdì sera? O nell'enigmistica cerca una compensazione al sabato notte ancora tutto da vivere?

Cose strane avvistate: donna (?) che fa il bagno con cappello militare calato sugli occhi; anzi, sugli occhiali da sole. Molti topless di armadietti che ammoscerebbero a qualunque maschio un cattivo pensiero e fanno desiderare alle sirenette vestite di slacciare qualcosa tanto per evitare suicidi ormonali di massa. Al contrario, parecchi ridenti palestrati di ogni erà in slippini osceni per chiunque ma perfetti sul loro tripudio di inverno a faticare.

(Spiaggia di Porto Ferro, di nuovo, 11 ago. 2012)

venerdì 10 agosto 2012

Magnetofono spiaggiato/16

Gli inglesi sono altro da noi. In fondo alla cala, dove si arriva dopo oltre 2,5 km di passeggiata nella sabbia, allegra famigliola inglese. Subito si distinguono per affettività, o almeno la quantità di maniglie dell'amore sembrerebbe offrire un ottimo appiglio anche a un free-climber in difficoltà. Invece, la totale indifferenza. La madre sfida il vento sdraiandosi sotto la tenda che balla il caschè a ogni folata; il padre cerca di liberarsi dei bimbetti scavando un'enorme piscina, buttandoli dentro e commentando verso la sirena da tenda: "We can't see them! Let's have a walk" o qualcosa di simile. Appena più in là, la coppia d'oro: figlio con ragazza o figlia con ragazzo. Lei è d'un pallore mortifero, agghindata da brava figlia di Jane Austen in ritardo, in bianco quanto la sua complexion e con un'espressione di parca vitalità. Paga per lui, che ha sfidato i 2,5km con una gamba ingessata e le stampelle (stampelle!). Nessuno lo aiuta, anzi un bimbetto riemerso dalla catabasi prende a tirare palline da pingpong pretendendo che questo risponda da seduto. La fidanzata ferma a fissare il mare sempre più mosso, i genitori scomparsi. E quando se ne vanno, all'infortunato fanno pure portare pesi. Chi dice ancora che gli inglesi sono così rispettosi ed educati?



(Spiaggia di Porto Ferro, 10 agosto 2012)

giovedì 9 agosto 2012

Magnetofono spiaggiato/15


Angolo dedicato ai proprietari di cani dalle dimensioni vitellesche.
Il primo: "Guarda come si annusano...".
La seconda: "Beh, i cani lo fanno tutti".
"Sì, ma secondo te adesso che è stato in mare tutto 'sto tempo, che odore sente?".
E prende a sniffare il suo cane, dalla testa, alla coda (!). L'altra, visibilmente divertita: "Dubito che tu abbia lo stesso olfatto loro... Ma se vuoi provare ancora...".

Intanto, dramma familiare. Una famiglia di Belluno, visibilmente allegra per il bel mare-sole-tranquillo,mapropriotranquillo venticello, addenta bullandosi un po' di frutta. Il padre alla ragazzina:
"Marina, non hai ancora imparato che non si butta via niente della frutta?! Guarda papà, si lascia giusto il torsolo della mela, si fa così...". Segue un rumore atroce che fa girare tutti, cani compresi. "Oh, cazzo, il dente...". E si sciacqua la bocca sanguinante nel mare, perché per la moglie "il sale disinfetta tutto". Poco importa che ci siano a due passi tre grossi maremmani...

Ma ognuno fa quel che può per liberarsi dei consorti.


Ognuno ha il segnalibro che si merita


(8 agosto 2012, Porto Ferro, fatti non pugnette).

lunedì 6 agosto 2012

Magnetofono viaggiante/14

In AEROPORTO A FERTILIA:

Marito e moglie sulla cinquantina, ultimi in coda, con scarsa pazienza e poco avvezzi agli aeroporti. 
Marito: "Vedi, potevamo partire prima! Mezzoretta almeno... Ci siamo buttati giù quel caffè lì al volo, la brioche l'ho tutta qua...". 
Moglie: "Non siamo venuti in aeroporto a far colazione". 
Un genio.



Magnetofono viaggiante/13

Complimenti tragicomici degli ultimi giorni di giugno 
(tragitto Messina - Reggio Calabria - Pisa - La Spezia - Genova)

"Certo che sei anche simpatica, non l'avrei detto"(anche? Non l'avrei detto?)- 

io:"ogni tanto vorrei essere stupida stupida ma bella bella"."Su uno dei due non ho assolutamente dubbi".-

"Io e te si potrebbe vivere insieme, non vedi? Ti trucchi in 5min! Non sembri neanche una donna".-

"Quasi 27 anni? Giuro, te ne davo 22-23. Allora ci provo con quelle là, a te non la do a bere"-

"Sei una donna completa! Possiamo FARCI da amici?". 


E insomma: sventata mano nella borsa, sventata mano sul sedere.
Reggio Calabria dal porto di Messina

Magnetofono viaggiante/12

Passaggi. E tornare forse non ha sempre un senso, ma una direzione sì. 

(8 luglio, sul treno da Vicenza a Milano. Fermata di Desenzano del Garda)

Desenzano del Garda dal FrecciaBianca

domenica 5 agosto 2012

Magnetofono spiaggiato/11

Placido (?) scambio di vedute tra due innamoratini alla Peynet. 
Lui: "Ti voglio ma il problema è che non so stare né con te né senza di te". 
Lei:"Cioè vuoi scopare con altre?". 
Lui:"Come sei... Parlo di indipendenza, della mia libertà...". 
"...di scopare con le altre?". 
Silenzio. 
Lei:"Vedi, avevo ragione, che problema c'è! Neanche bisogno di dirlo. Stai tranquillo, noi donne lo sappiamo già con quelli come te, e prendiamo i nostri provvedimenti. Anzi, pure in anticipo". 
Lui ci resta anche male. 
Coppie moderne: sperimentano la tabellina del due.

Spiaggia di Portoferro (Alghero)

GMG on the beach!

Magnetofono amicale/10

Io:"Certo, domenica, ma lavorerò un sacco. Per fortuna a letto". 
Ste, dopo un po' di silenzio (ignorando che mi stia occupando di una super lettura di bozze di un certo bestseller settembrino): "I casi sono due: o testi materassi o hai deciso di arrotondare...". 
Come non amare amici così?!

Luogo di lavoro di GMG

venerdì 3 agosto 2012

Magnetofono spiaggiato/9

DATING TIME

Due ragazzètte dall'aria pulitina impiegano le ore di sole a programmare il loro rientro. 
La prima: "Allora, stasera ultima sera con Gavino: dice che mi vuole rivedere, ma la Sardegna sta in culo ai lupi... Comunque domani si rientra, domani sera di sicuro a Linate viene a prendermi Pietro, non lo vedo da un mese quasi... Ma dovrò evitare che mi chiami Stefano: non capisco cosa vuole questo! Lo vedo quando l'azienda mi manda in trasferta a Roma, punto e stop". 
La seconda, riflettendo: "Più che triangolo delle Bermuda, è il triangolo delle culottes!".

PortoFerro, 4 agosto 2012


mercoledì 1 agosto 2012

Magnetofono amicale/8

In partenza per Stintino. Alice,guardando i libri con le nuove lenti giornaliere: 
"Ma cos'è questo? Come prendere e tradire.". 
Io:"Comprendere e tradurre. Direi che guido io..." 

Perché a Stintino, poi, ci siamo arrivate!