venerdì 17 agosto 2012

Magnetofono viaggiante/20

Il Porto di Salò al primo tramonto. Barche che non avrò mai.

(Ferragosto 2012, Salò - BS)

Piazza di Salò, Concerto di Ferragosto. Il pubblico è così variegato e poco music-oriented da apprezzare appieno il mix furbastro dell'orchestra: Rocky, riarrangiato con la ripetizione in un gigionissimo loop del ritornello arcinoto, fa a pugni con Benny Goodman memories, un pezzo nuovissimo come Pilatus sta vicino alla Leichte Kavallerie. Mentre una percussionista iper-bresciana cerca (invano) di lottare contro il ritmo travolgente di un travolgente samba, nel pubblico ...

  • qualcuno non ce la fa più, scavalca le diecimilapersone compresse tra file di seggioline disposte con decrescente spazio vitale per le ginocchia o fa alzare intere cordate familiari (bis-nonni compresi) per raggiungere la fantastica Casa del dolce, gelateria notissima che attira gli abitudinari e, dai richiami subliminali dei coni in uscita, attrae i novellini; ne escono palle gelate e colanti che sfidano la legge di gravità, su parigine croccantissime, che col crick-crock rinvigoriscono la veste ritmica del brano;
  • la vecchietta dietro di me intona Va' pensiero, supportando le tre corali, riunite per l'evento da un pazzo direttore (ma non sa che rimescolare le voci di paesi vicini è come proporre una cena di beneficenza a palestinesi e israeliti?). Il testo della cover ultra-settantenne suona più o meno così: "va' pensiero sull'albe dorate, qui si posa e non vola la rosa..." fino all'insuperabile richiamo, di chiaro stampo padano: "al padrooooon!" (cit.).
  • una bambina odiosa, sette anni di prepotente preparazione musicale, scuote la testa a ogni attacco e fulmina la madre che, strozzata da un lembo di uno dei fazzolettini gelatofori, tossicchia educatamente per sopravvivere almeno fino alla maturità della suddetta critichina musicale (mamma, proprio sicura che ti convenga?). Scontenta per il fastidioso cof-cof materno, la piccola assesta gomitate a destra e a manca, con particolare gusto per le ginocchia faticosamente accavallate nel vano vitale tra due sedie (leggasi: ginocchia della sottoscritta);
  • una coppia di chiari amanti della musica, in coda per La casa del dolce, incontra una conoscente, lì seduta da tre ore prima del concerto, per accaparrarsi un posticino con una buona acustica. Scoprendo che tra i musicisti c'è anche un amico comune, la coppia s'interessa, quasi all'unisono (irrompendo su un pianissimo dell'orchestra): "Ma lì su quelle sedie quanto si dorme bene da 1 a 10?";
  • un appena post-neonato verifica tutto l'alfabeto (noto e non) sulla spalla del padre, che prova a zittirlo e nella pausa tra un applauso e l'attacco del nuovo pezzo commenta: "Corpu d'un canaja" (chiaro vezzeggiativo padano che ben si sposa con le migliori tecniche educative) e abbandona la piazza inciampando nell'unico marciapiede;
La piazza del concerto #Salò

Ma anche i residenti che hanno finestre aggettanti sulla piazza sono chiaramente molto felici di condividere il concerto ferragostano dal comodo divano di casa:
  • uno, sul fondo della piazza, si affaccia a guardare che sta accadendo: torso nudo, comodi gomiti sul davanzale, e cellulare in cui sputare sentenze che, per un gioco di echi, rendono cantato - rappato - un pezzo di Tchaikovsky. E non capisce che tutte le teste alzate in sua direzione non stanno rimirando i suoi pettorali... 
  • da una finestra che si affaccia sulle ultime file e sui tanti coraggiosi ascoltatori in piedi, un bontempone decide di non privare i presenti del tradizionale gavettone di Ferragosto. A spruzzate regolari, complice il buio assoluto della sua casa e un poderoso vaso di gerani sul balcone, asperge la folla di un liquido non identificato. Segue sdegno e un vociferare da gossip, sottovoce, indignato e divertito. Forse il benedicite contava di guadagnarsi un TT (= Trending Topic) su Twitter?!
Quando, dopo un numero imprecisato di Bis-Tris-Quatris..., l'orchestra e i cori riuniti abbandonano l'affezionatissimo palco, si raccolgono senza dubbio commenti entusiastici tra la folla in più o meno regolare deflusso:
  • "Certo che quel pezzo là, quello di Rambo, secondo me era il più forte" (era Rocky);
  • "Mi sa che ho mangiato troppo gelato... No, non passiamo a bere qualcosa, andiamo dritti al cesso";
  • "Se chiamavano i Pooh, a me mi piaceva di più; a Gigi D'Alessio, qui in Padania, invece gli sparavano di sicuro";
  • "Folkloristico" (significativo quando i pezzi vanno da Bernstein a Bonfa...);
  • "Mmmm... A Milano lo sentivo senza dubbio meglio. Incivili, questi". Risposta pratica del santo marito: "Sì, ma l'ultima volta a Milano hai speso 120 €, qui è gratis";
  • Ottica di Monti applicata alla musica: "Non ho capito una cosa: ma chi paga tutti quelli lì? Secondo me un paio coi corni (!) si potevano anche licenziare".
Un po' la signora milanese aveva ragione: all'Auditorium avremmo trovato acustica, exploit, selezione di brani e comodità migliori. Ma dove avrei raccolto materiali così magnetoFILI?

#Lugana, the day after, a dimostrazione che i gavettoni di imprecisate
sostanze liquide temprano lo spirito e il carattere. Si sopravvive
per una super brioche-cappuccino alle 8.

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