sabato 18 agosto 2012

Magnetofono viaggiante/21

Da qualche parte, sul FrecciaBianca da #Desenzano a #MiCentrale
(Treno FrecciaBianca Desenzano-MiCentrale: h. 14.22
Treno IC MiCentrale-Pavia: h. 16.05)

Da un pallosissimo viaggio in Frecciabianca di un'oretta, senza grandi colpi di scena: 
  • uno sfattone overaged con una magliettina rosa (aderente sulle prove di troppa Vallelata mangiata a rallentatore) racconta del suo Ferragosto passato a Desenzano al Coco Beach con "tipe troppo intrippose" [sic], che "oh, vedere come mi squadravano di brutto... ma io non gliel'ho dato, perché il treno oggi era presto!". Nota a piè di pagina: 1) il treno è alle 14.22; 2) per una notte di sesso gratis con "tipe intrippose" (e nota il plurale), caro magliettina rosa, si può anche fare un after; 3) soprattutto: ma quando ti ricapita?! 
  • Il deserto dei binari non corrisponde
    al casino di #MiCentrale
  • due sciure moderne discutono di griglia e di mariti a Ferragosto: "Gino va a prendere da bruciare un po' di carta per fare attaccare il fuoco". "Ma la puzza? Il mio Ermanno ce la fa senza". "Mah, no, dipende da che tipo di carta bruci! Una volta mia suocera voleva buttare la pellicola del pollo, figurati tu! Adesso il Gino usa la carta giusta, quella delle riviste. Dice che brucia i vestiti di Glemùùùr [sic] e del Vanity, perché è contro la moda". Un momento di pausa e l'altra: "Ma non lascia giù la stampa? Sai, la carta patinata...". "Macché, tutta salute! Una volta le patate al cartoccio avevano le macchie leopardate di D&G".
Sul secondo treno, raggiunto di corsa da un binario a un altro lontanissimo, facendomi spazio tra centinaia di viaggiatori in transito, raggiungo il desertissimo intercity per Pavia. Anzi, per Livorno Centrale: e la tentazione è tanta, visti i miei viaggi liguro-toscani degli ultimi mesi. Dopo aver controllato per acribia (non so neanch'io che vuol dire, ma suonava strano e abbastanza ballista) gli orari di arrivo a tutte le stazioni intermedie, scopro che il mio ottavo vagone non esiste, né il nono. Dunque, ritornare indietro alla 4 o alla 2; siccome siamo tutti italiani, dopo aver percorso 10km in cerca del vagone 8 o 9, quasi fuori dalla cupola di MiCentrale, ripieghiamo sulla 4, anche perché la 2 è un miraggio che ci porterebbe a spendere altri 2€ per una bottiglietta di Gatorade alla macchinetta, più un numero x di calorie per una Fiesta, che speri ti faccia smettere di non-vederci-più-dalla-fame (di condizionatore). La sottoscritta prova a fare la furbata: quanti riempiranno la carrozza 6? Dai, pochi-pochissimi il 16 agosto, e poi devo scendere alla prima fermata, che sarà mai? Come previsto, vagone deserto. Ma come non previsto, una viaggiatrice approda allo stesso vagone deserto, e si ferma proprio davanti a me, al mio ipod sdraiato comodamente e sottocarica, al mio zainetto appollaiato sulla cappelliera, alla mia borsa sdraiata sul sedile affianco col mio giubbotto di jeans. 
Egocentrismi storti
"Scusa, ma avrei questo posto". La guardo, tra l'incredulo e il sospeso, in attesa che commenti qualcosa come ma mi siedo qui di fronte, non cambia niente. Nulla. Silenzio d'attesa che mi levi dalle sacrosante. Butto lì un "hanno staccato due vagoni, siamo tutti costretti a ridistribuirci, sa com'è...". Ma dal modo in cui abbassa gli occhiali da sole sul naso e dallo sguardo strabico, capisco che la natura ha già fatto abbastanza per incattivirla e non voglio certo che sperimenti su di me lo sfogo delle sue insoddisfazioni. Raccatto tutto in dieci secondi e filo alla 4. 

UNICO VAGONE SENZA ARIA CONDIZIONATA
Qui, scelgo (fortunatamente?) di sedere di fronte a una coppia anzianotta. Lei si sventaglia furiosamente con il biglietto del treno, lui usa il suo biglietto per canalizzare l'aria (finta) in uscita dalla griglia verso la moglie, e sfodera di tanto in tanto un dolcissimo sorriso bucato (due denti in alto su sedici o simili). E in pieno accento livornese, senza chiedere iniziano a giustificarsi:
"Sai, noi si viene da una vacanza a Nord, e questo caldo qui non lo sapevamo...".
"Diglielo, Dario, non una vacanza a Nord, ma a CAPO Nord, maremma a te! Quando dici a nord sembra che sia in Val d'Aosta... Signorina, con quel che abbiamo pagato, vale bene dirlo, no? Dieci anni per andare a Capo Nord". 
"Sai quante creste sulla spesa?".
"E un freddo... Da avere la giacca a vento, e anche il cappuccio, ma il cappuccio su... E adesso Milano, 'sto caldo qui e si sta a fa' 'na sauna...". 

C'è sempre chi è messo peggio. Basta ricordarlo. E a me, per dirla tutta, un po' spiaceva scendere....


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