domenica 23 giugno 2013

Magnetofono viaggiante/32

La Pelosa di Stintino. Perché? Tanto per farvi venire un po' di invidia


MORTO UN iPHONE NON SE NE FA UN ALTRO

Ok, il Magnetofono si è fermato a lungo, ma io no, ho continuato a viaggiare. Dove? Pisa, Torino, Pietrasanta, Genova, Milano, Alghero, Sassari,... Insomma, il solito tour con qualche extra. Se riprendo a scrivere, è perché dicono che la scrittura è terapia, e allora vi racconto che mi è successo, per elaborare... il lutto dell'iPhone 4S (sì, dimenticatevi quelle foto belline fatte a costo zero e postate in tre secondi sul blog). No, non si tratta di morte naturale (avrei fatto valere quella garanzia nobilissima dal valore di un 800 €), ma di morte violenta. Anzi, di quello che in gergo si chiama "furto con strappo". Lo so, anche a me veniva in mente un'immagine vagamente pervertita, ma niente di tutto questo: è quello che si dice scippo. Dalle mani, pure, ed è una beffa di cui non mi credevo capace (ma amo stupirmi).
Ho deciso di non fare il grillo parlante, e di lasciare che a raccontare sia la denuncia che, ahimé, ho dovuto sottoscrivere. Ahimé? Non capite perché un cotanto afflato di letterarietà e un lamento ottocentesco da damina di corte che ha perduto le brache? Mi sto solo mettendo in sintonia con lo stile della denuncia. Leggete un po':






Il solerte appuntato, scoprendomi dottoranda in Filo... (filo che?) Lettere, mi ha chiesto di controllare se ci fossero errori: "Sono un appuntato, le barzellette si sprecano. Non vorrei finire anche su Facebook". No, tranquillo: non su FB, ma sul Magnetofono. 
Insomma, avrei cambiato tutto, ma ho impiegato 2 ore per questo campionato di bravura burocratico-retrò: alla fine mi ha anche portato via la tristezza per la morte dell'iPhone. Almeno ho l'italiano, pensavo rileggendo. Adesso, da filo... (filo che?) letterata, preparo qualche esegesi della denuncia (ché si sa, in letteratura niente è oggettivo, no? Ho visto portare a convegni perfino Bella di Twilight). 


DOVEROSE CHIOSE (in rima, tiè)

[...] salivo a bordo del treno regionale che conduce sino a Pavia 
(la poetica meta pianeggiante richiede un arcaismo da fine dicitore. Tra zanzare e nebbia, si sa, si moltiplicano le ispirazioni liriche: "Va' a plà i pum", noto invito che edulcora fruttevolmente il più originario "Va' à dà via l'òrgan").


Giunti all'altezza di Locate Triulzi (notate la passione sconvolgente per le perifrasi, iniziate con "salivo a bordo") alle ore 15.35 circa (secondo più, secondo meno), mentre il treno si trovava in sosta (uè, ce l'hai una siga?) ed io (avevate qualche dubbio sull'eufonica da prima elementare?) ero intenta a  maneggiare il mio smartphone iphone 4S...
... no, scusate, qui mi fermo... "Ero intenta a maneggiare"??? Ma scusate, c'entra con il fatto che mi è stato chiesto subito, dopo nome e cognome, se fossi CELIBE, e poi un sorrisone al mio "NUBILE"? Insomma, bando ai miei giochi erotici con uno smartphone - pure esibizionista, no? Saranno prove di vibrazione ritmata... 
[bla bla bla]; (punto e virgola dal sapore vagamente gaddiano; rigone blu a scuola, per intenderci) due ragazzi di giovane età mentre transitavano al mio canto, lestamente mi asportavano dalle mani il telefono sopra citato
... Ok, non so se oso commentare una simile perla aulica: in pratica, se devo interpretare, questi  Ulissi camminavano perché io, novella sirena-dei-fossi-padani, cantavo una melodia tanto armoniosa da farmi ASPORTARE il telefono, che come una pustola mi portava a cantare. Forse si trattava di un lamento per la pustola da treno regionale in estate? 

Ultima foto del glorioso iPhone. Ei fu...
Immediatamente, cercavo aiuto tra gli altri passeggeri, ma non riuscivamo a fermarli in quanto gli stessi si davano alla fuga scendendo immediatamente dal treno. 

Un chiaro desiderio di rendere il dinamismo: l'iterazione degli "immediatamente" e l'angosciosa avversativa sicuramente permettono di considerare la sintassi zoppa come un ricercatissimo intrico pronominale da attribuirsi al caos della situazione. E poi, diciamocelo, scappavano tutti "al mio canto", e forse anche per la scoperta della pustola.


NOTE A MARGINE


  • Non ho mai detto che uno dei due avesse la maglia FUXIA: avevo detto rossa. Ma è stato così argomentato: "Ma no, il rosso non si usa più molto. Sarà stato un altro colore, che tu (immediato tu da celib-nubile) non hai capito perché eri shockata. Facciamo... fuxia". Davanti a un addetto ai lavori non oppongo resistenza. Il fascino della divisa (la immaginavo fuxia, in una visione onirico-strafatta) poi... 
  • Siamo arrivati alla definizione di "atletico" dopo questo dialogo: 
A(ppuntato): fisicamente com'era?
Io: prestante. Magro ma muscoloso.
A: un body builder?
Io: ma no, erano due ragazzi normali ma ben piazzati. A viso scoperto, questo forse vi può interessare per i filmati...
A: Ci interessa fino a un certo punto. Ma fisicamente... fisicamente com'erano?
Io: Mah, fianchi stretti, spalle larghe, media statura. Di più non posso dirle...
A: Insomma, due fighi. 

Dubbio: e se il "celibe" nella domanda iniziale non fosse un errore ma un lapsus freudiano?

"Al mio canto", #Alghero

IN CONCLUSIONE

Morto un iPhone non se ne fa un altro. Continuerò a pagare Tre per un abbonamento-fuffa su un modestissimo Samsung che ci permetterà di "magnetofonare" qualche foto modesta.
Ah, della denuncia, chiaramente, nessuna notizia. E sono passati 23 giorni, quasi 24. Aggravanti: ho appena comprato il volo per rientrare in Padania; quale sarà il treno? Stessa ora stesso vagone. Appuntamento con la giustizia fai da te (ovvero non tirerò fuori il Samsung e soprattutto non canterò).