mercoledì 11 settembre 2013

Magnetofono cittadino/41

Sorriso ancora ignaro #duomo, controra
 2 settembre 2013, Milano-Pavia.
Ma poi, soprattutto Pavia Stazione - Pavia Montebolone, linea 3, h. 16.40 su per giù

Ho aspettato a pubblicare questo magnetofono, perché questa storia ha dell'incredibile (e poi perché ho una reputazione ---> anche se non ho colpa, potrei lasciarmi andare a un lessico non tanto consono...). Alla fine i pochi che hanno saputo, hanno riso per qualche minuto, quindi... mi sono detta: fregatene.

Insomma, qui si parlerà di una proposta oscena... o di una proposta o scena.
All'inizio volevo intitolare il post "Galeotto Coe"... Ma poi ho pensato che non avevo voglia di querele per uso/abuso, soprattutto visto l'argomento... Invece, così, vi dico che sto ascoltando Please, don't let me be misunderstood e vi consiglio di mettere anche voi questo successone per la prossima lettura.
Io, Coe, la bavina da autografo, il book degli autografi

Autobus cittadino. Salgo dopo aver sperimentato i soliti incontri del quarto tipo con i pinguini sull'unico vagone Trenitalia con aria condizionata e l'arsura sahariana in metro a Milano. Con me sale questo trentenne di bella presenza, giacca-cravatta-sogno erotico (scusate, per me sono un tutt'uno), ventiquattrore (proprio ventiquattro? non ne avresti una per un aperitivo?) e sembra attirato quanto me da un bel discorsetto che avviano due over-70 sedute di fianco a noi, che restiamo appesi ai soliti tubi da lap-dance dei poveri.

PARENTESI AMENA CHE AMMOSCIA (ho detto che è il racconto di una proposta oscena, mica un racconto osceno! Per quello chiama il... mmm....facciamo un'altra volta [dopo la fine della borsa di studio]).
Vecchietta 1: Guardi che roba, neh, ha visto? Quanti ragazzi con le valigie... E c'è chi si lamenta, ma cosa possono fare? Non le possono mettere in testa...
Vecchietta 2: Eh, cara la mia signora XXXX [scusate, copro per privacy, temo le borsettate], ha ragione. Ma cosa faranno poi, al 2 di settembre? Tutti in vacanza?
V1: Ma no, sono qui per recuperare i debiti di scuola [nota a margine: età media dei ragazzi valigiati: 25 anni... Hai visto mai, qualche affezionato al 4?!]
V2: Che io non capisco mica, cosa sperano di fare, non studiano per nove mesi, e poi arrivano qui...
V1: Dipende, mia nipote, per esempio, è bravissima, tutti 8 e 9, tranne in matematica. E la sua insegnante era così dispiaciuta...

Ok, può bastare per capire che era facile intrecciare gli sguardi, sorridersi e dare la colpa di tutto alle vecchie omnisapienti e che giocano a jo-jo con le figuracce. Invece, WCH (Working Class Hero, lo chiamo così per ammosciarmi un po' anche io) si avvicina per far posto ad altri loschi figuri valigiati, e si fa sempre più vicino. Di fermata in fermata, inizio ad apprezzare le vicinanze moleste, le invasioni di bolle prossemiche e anche la città vista dai finestrini sporchi ha un suo romanticismo. A un certo punto, WCH è alle mie spalle, e mantiene quei cm (di distanza!) utili per non farsi prendere a borsettate da me e dalle vecchie. Poi arriviamo in Viale Montegrappa, la sua fermata e appena prima che si fermi il bus, si avvicina al mio orecchio (io non me ne accorgo, tanto ero ipnotizzata dal via vai di alberi e intontita dalle sagge passeggere), e sussurra, con tono deciso, da uomo che non deve chiedere mai ........ coprite le orecchie ai bambini se leggete ad alta voce, o gli occhi a quelli più o meno alfabetizzati (tranquilli, tra qualche anno disimpareranno).... insomma, mi dice: "Se hai bisogno di cazzo, sono qui".
Jude Law (dal web, magari l'avessi fotografato io)
... e se tutte le leggi fossero così, mi farei studiosa
perfino dei cavilli...
Giuro, così, su due piedi. Io sussulto, credo di aver capito male e intanto il bus frena, lui inizia a scendere con un sorriso come Jude Law alla fine di Alfie (solo il sorriso, per il resto è un aitante moraccione), e mi guarda di sottecchi, ora sì ora no, con quell'intermittenza che dà il tempo di guardarlo da tutti i lati possibili. "Scherzi?" faccio io, la saliva a mezzaria, non riuscivo a deglutire, o forse era solo un primordiale segno di apprezzamento. E lui, sempre con quel sorriso che "smutanda" (cito dal lessico familiare di casa, mamma docet, la parola, intendo), risponde "No", ma sulla forma a O vogliosissima che assumono le sue labbra da pubblicità di creme contro le afte, le porte si richiudono, e il bus riparte. Lo guardo camminare con le mani nelle tasche, il completo chiaro stropicciato appena, per la serie: un sorriso per stirartelo, due per stropicciartelo meglio...
Resto appesa al tubo da lapdance, che mai m'è parso tanto nero e triste, e anche i discorsi delle anziane adoratrici della Dea Scuola sono pallidi, al contrario delle mie guance. Poi arrivo al capolinea, scendo dalla mia amica Ro, e parto subito a chiederle: "Hai un estintore?" - "Cosa è successo?", fa lei. - "Devo spegnere i bollenti spiriti". Di WCH o miei, chissà. Ho una reputazione da difendere, in fondo. Molto in fondo.

Tutto vero, giurin giurella. Presto però il magnetofono del rientro in Sardegna di ieri.

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